Roberto Vacca è un ingegnere, scrittore, divulgatore scientifico, saggista e matematico italiano.
Questo è un suo brano dedicato alla divulgazione scientifica. Il testo è “Proprietà letteraria riservata” dell’Autore. La pubblicazione di parte di esso su questo sito è stata effettuata con il permesso dell’Autore, che ne ha inviato una copia in formato editabile all’amministratore del sito.
Il tempo istantaneo – di Roberto Vacca, 17 Dicembre 2015
L’ommini de ‘sto monno so’ l’istesso
Che vaghi de caffè ner macinino
C’uno prima, uno doppo e l’antro appresso
Tutti quanti, però, vanno a un destino.
Scriveva Giuseppe G. Belli nel 1833. Chi mi legge probabilmente non ha mai nemmeno visto un macinino da caffè a manovella (lo trovi su Google: immagini e offerte a 15 – 20 €). Io lo usavo spesso 70 anni fa. Oggi il caffè “macinato fresco” si compra in sacchetti preparati sotto vuoto. Se voglio risparmiare altro tempo uso il caffè liofilizzato (cioè disidratato a bassa temperatura, quindi solubile) – istantaneo. Quest’ultimo aggettivo ha 5 sillabe. Per risparmiare altro tempo si usa spesso la forma inglese “instant”. Puoi avere instant music e instant sex (rapporto intimo con partner sconosciuti – pubblicizzati anche per San Valentino). Quando un evento nuovo riempie i giornali e gli schermi TV, certi editori pubblicano “instant book”: sono testi scritti in pochi giorni, editati e stampati al volo. In genere, in 150 pagine provano a spiegare la depressione economica o la guerra in Ucraina o il dramma dei migranti sui barconi. L’impatto culturale dei libri istantanei non è enorme: anche i libri esistenti e i migliori fra quelli nuovi vengono letti poco – le tirature scendono. È un sintomo di degrado culturale.
Un immane insieme di informazione istantanea è notoriamente fornito da Google. La qualità è disuniforme, ma comprende testi originali ottimi – da libri classici antichi a lavori pubblicati su riviste specializzate poche ore fa. A livello medio inferiore, ma spesso utili sono le voci dell’enciclopedia Wikipedia. Ci vuole sempre occhio, ma le voci incomplete o in corso di elaborazione sono chiaramente segnalate. L’accesso è istantaneo anche per chi sta in giro, se ha uno smartphone con accesso alla rete, ritrova all’istante nomi, numeri, date, definizioni.
Risparmiare tempo è un obiettivo ragionevole. Chi se lo prefigge quando prepara conferenze, lezioni, seminari, corre il grave rischio di creare o utilizzare in modo deteriore slide tipicamente realizzate in PowerPoint. Parecchi decenni fa i conferenzieri mostravano diapositive con immagini: luoghi, opere d’arte, schemi, macchine, formule, tabelle. Erano un notevole ausilio a tecnici scienziati. PowerPoint fu realizzato nel 1990 e si è evoluto permettendo di creare al computer e presentare immagini, scritte, schemi, ma anche animazioni e audio.
Molti conferenzieri pigri usano le slide per mostrare (e guardare loro stessi) le sequenze di argomenti costituenti la loro presentazione – così sforzano meno la memoria. La serie di schermate riassumono un testo scritto. Il modo peggiore (e diffuso) di usare questo strumento consiste nel produrre una serie di titoli – dunque non di frasi aventi struttura grammaticale e costituenti proposizioni sensate. Queste sono aggiunte in modo estemporaneo dall’oratore. Se queste aggiunte improvvisate sono infelici, si può distruggere il contenuto informativo dei messaggi e bloccare la trasmissione di informazione e conoscenza.
Alcuni docenti universitari forniscono su disco sequenze sinottiche in PowerPoint, che presentano a lezione, ma che gli studenti tendono talora a scorrere invece della lettura del libro di testo. Risparmiano tempo, ma perdono le implicazioni logiche, la discussione di argomenti dibattibili, il senso compiuto di un discorso trasmissibile bene con linguaggio abilmente articolato e scritto e, invece, in modo inadeguato con una scaletta od outline. Non è un buon baratto quello di risparmiare tempo e perdere qualità.
Una critica serrata agli usi peggiori di PowerPoint è stata fatta da Edward Tufte, autore di “PowerPoint Makes You Dumb” (PowerPoint ti istupidisce). Tufte riferisce ampiamente sull’impiego inopportuno di PowerPoint fatto dai militari USA e dalla NASA con conseguenze negative gravi.
Due Space Shuttle andarono tragicamente distrutti per ragioni tecniche; il Challenger (1986) perché un grande anello di tenuta (O-Ring) fragile alle basse temperature, si ruppe al decollo; il Columbia (2003) in fase di rientro perché lo scudo termico era stato danneggiato al lift off. I problemi erano stati individuati, ma i dati relativi furono travisati dagli operatori responsabili che ne erano stati, appunto, informati mediante presentazioni in PowerPoint.
È il concetto stesso di “instant” a creare illusioni. I “sistemi esperti” raccolgono su computer procedure sofisticate per gestire strutture tecnologiche complesse – ma non possono fare di un profano un esperto istantaneo. Uno studente può essere aiutato nello svolgimento del suo curriculum da ausili scritti, audio e video, da esercizi parzialmente svolti su computer, da animazioni, da seminari e da ripetizioni. Deve dedicare, però, tempi anche lunghi alla sua formazione. Per monitorare i suoi progressi, farà bene a usare il calendario, non solo l’orologio.
In inglese si definisce “NOW World” (Mondo Adesso) l’habitat immaginario di chi vorrebbe tutto subito. Il mondo reale ha suoi tempi ineludibili: ricordiamocene.