In condizioni normali, ci dice Sir Walker, si hanno due sole cellule atmosferiche di grandi dimensioni: la prima, che chiamiamo “cellula A”, si trova sopra l’Indonesia; la seconda, “cellula B”, è più grande della precedente e occupa tutto il tratto di mare che va dall’America all’Australia.
Notiamo che gli alisei sono di direzione est-ovest, per tutta la lunghezza dell’Oceano Pacifico, ad esclusione di un breve tratto sopra l’Indonesia, dove soffiano in direzione opposta (ovest-est) a causa della zona di bassa pressione permanente che si forma in corrispondenza della Nuova Guinea.
In queste circostanze, esaminando la circolazione atmosferica della “cellula B”, le condizioni del tempo, esemplificando al massimo, sono variabili per tutta la larghezza dell’Oceano. Le correnti atmosferiche scorrono parallelamente alla superficie del mare e la temperatura aumenta in modo graduale: non ci sono, quindi, zone con condizioni privilegiate per la formazione dei temporali e questi, quando si verificano, avvengo in modo casuale.
Sopra la Nuova Guinea, al contrario, la situazione atmosferica è particolare. La figura 7 mette, infatti, in evidenza come, su questa superficie marina, si scontrano le correnti calde al suolo provenienti da ovest (dalla cellula A, che non compare in figura) e quelle provenienti da est (dalla cellula B).
Si determina, così, un accumulo di aria calda al suolo, la quale, essendo più leggera, genera una forza ascensionale che tende a farla salire in quota. Quando l’aria calda arriva ad un’altitudine di circa 1.000 metri, per il fenomeno fisico dell’espansione adiabatica si raffredda e poiché conserva l’umidità prelevata dalle acque calde del mare, ben presto si condensa in nubi di grandi dimensioni: da qui piogge abbondanti o temporali di forte intensità. Situazione, questa appena descritta, che si verifica con tale frequenza da potersi definire “normale”.
Quando gli alisei si indeboliscono, tuttavia, e “el Niño” comincia a farsi sentire, la “cellula A” della circolazione di Walker, in genere stabile sopra l’Indonesia, si allarga e si rafforza, fino a raggiungere la Polinesia. Di conseguenza, l’estesa “cellula B” del Pacifico orientale e centrale si riduce, spezzandosi in più cellule -illustrate nella figura 8- con le lettere B, C e D.
In queste condizioni, poiché il mare è più caldo rispetto ai valori medi, dato che l’apporto di acqua fredda della corrente di Humboldt è minore, proprio sopra la Polinesia l’aria tende ad assumere un flusso ascensionale più intenso, generando non solo temporali di grandi dimensioni ma anche un generale aumento delle precipitazioni. Inoltre, essendo gli alisei più deboli, in numerose aree sopra l’Oceano si formano delle zone di convergenza, dovute alla frammentazione della più grande delle cellule di Walker.
La prima e rilevante zona di convergenza si forma, a volte, a ridosso delle coste ovest del Messico, e in questi casi possono verificarsi cicloni che colpiscono direttamente le coste occidentali dell’America Centrale.
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